CDF | Dove mettiamo i nostri vitelli?

Nel dibattito su allevamento e stabulazione dei vitelli, la prima domanda che viene posta dall’opinione pubblica è: “Perché non vengono tenuti insieme alla madre?”.

Ma, come noi allevatori sappiamo bene, per motivi di biosicurezza, comodità gestionale e spazi utili si preferisce dedicargli una sede separata.

Per quanto riguarda, invece, le normative di benessere animale le condizioni più importanti sono il mantenimento di un contatto visivo e fisico tra gli animali e una superficie adeguata.

Quindi, per rispettare la normativa vigente, gli spazi di crescita devono dare la possibilità ai vitelli di interagire tra loro, devono avere una superficie minima ottimale di 1,5m2 fino ad un massimo di 150kg di peso vivo, e la stabulazione in singolo è proibita dopo le 8 settimane d’età. 


Quali opportunità vi sono, dunque, per gli allevatori? 

Si distinguono 3 strade differenti, in base alle diverse concezioni di comodità e accuratezza gestionale: la prima riguarda il mantenimento dei vitelli in box di gruppo, appena superata l’età della somministrazione di colostro, che vengono alimentati con lupa o secchi.

Nel caso in cui la superficie minima ottimale per capo sia rispettata, è la tecnica per cui il benessere sociale e fisico è rispettato al meglio; tuttavia, a suo discapito, vi è il fatto che è più facile la trasmissione di patologie e parassitosi tra i membri del gruppo. 

Vi è poi la seconda possibilità, ovvero la stabulazione in singolo con due tipologie di gabbiette, a terra (igloo) e rialzate: nel primo caso l’igloo permette al vitello di avere uno spazio utile maggiore (da modelli con superficie poco inferiore ai 3m2 a, quelli con superficie maggiore); queste strutture hanno una parte con una esposizione diretta ad aria ed ambiente, e una sezione coperta.

Questa tipologia è molto diffusa in Nord America ma spesso non si presta ai nostri allevamenti per la grande necessità di spazio richiesta per un posizionamento ottimale, e da molti viene considerata scomoda, perché la metodica necessita di approcciare direttamente il vitello e perché la struttura per essere pulita necessita di essere spostata o sollevata.

La terza opzione è la gabbietta rialzata, considerata ottimale per praticità, ottimizzazione nella crescita, rendimento del vitello e possibilità di manovrare gli animali in modo agevole.

Per legge tutti i modelli devono prevedere una finestra di contatto tra i soggetti confinanti. Gli aspetti negativi di questo sistema spesso ricadono sul fatto che si rendono utilizzabili per un tempo relativamente breve, in quanto i vitelli sono predisposti ad un accrescimento sempre più rapido, quindi lo spazio diventa ben presto limitato. 

 Tommaso Defrancesco 

 Allevatore e studente di Medicina Veterinaria 


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