ExDairyPRESS incontra Azienda Agricola Ancellotti
Nel 1987, i fratelli Sergio e Roberto Ancellotti acquistano una piccola azienda immersa nei boschi che circondano Varano dè Melegari, nelle colline parmensi, e iniziano la loro avventura… Dopo anni di sacrifici e molte soddisfazioni, ora questa azienda è una realtà di riferimento per l’eccellenza raggiunta non solo in termini produttivi, ma anche per il livello di benessere che viene garantito agli animali allevati, ed alle persone che hanno la fortuna di lavorare per loro.

La strada per arrivare all’azienda Ancellotti attraversa le belle colline boschive parmensi, nel regno del Parmigiano Reggiano, e quando improvvisamente ci si trova davanti la radura dove si trova, la bellezza del luogo è da togliere il fiato!

L’azienda agricola Ancellotti Sergio e Roberto S.S. L’azienda ha una superficie coltivabile di 200 ettari seminati ad erba medica e cereali autunno-vernini per la produzione di fieno, tutti certificati biologici.
A Roberto e Sergio chiediamo come è nata questa azienda e come mai hanno scelto di trasferirsi in questo luogo, lasciando la piccola azienda agricola paterna situata nel bresciano.
ROBERTO: Quando abbiamo deciso di iniziare quest’avventura, a poco più di 20 anni, e sposati entrambi da pochi mesi, i mediatori ci avevano proposto alcune realtà acquistabili tra il nord e il centro Italia, ma noi abbiamo scelto questa (ai tempi!) piccola azienda di 200 ettari che si trovava in una vera e propria “nicchia ecologica”. Sinceramente, allora non avevamo idea del suo potenziale!


Le vitelle di Sergio e Roberto, stabulate su lettiera permanente e in una condizione di notevole benessere.
SERGIO: Ad essere precisi, proprio non avevamo idea di cosa volesse dire essere allevatori nella zona del Parmigiano Reggiano, essere cioè “seduti su una miniera d’oro”, cosa di cui ci siamo resi conto solo in seguito. Basti pensare che all’inizio producevamo latte alimentare, che era quello che eravamo abituati a fare a Brescia! I primi anni sono stati davvero molto difficili, abbiamo tutti lavorato molto duramente, non potevamo permetterci dipendenti e si faticava a far quadrare i conti. Ma io ho sempre avuto chiara in testa la convinzione che anche un’azienda agricola è, a tutti gli effetti, un’impresa e, come tale deve essere impostata e gestita.
Anche se la passione di chi vi lavora ne è il motore primario, questo non significa che vita e lavoro debbano essere inscindibili e che non ci debba e possa essere un confine tra questi. Un allevamento di vacche è un’azienda, e come tale il suo fine principale deve essere quello di produrre reddito, e questo significa impegnarsi per la sua massima efficienza, tenendo sotto controllo il bilancio.
Accade talvolta che, senza volerlo, si arrivi a sacrificare vita e famiglia per far sopravvivere aziende che non producono reddito… Io non ho mai voluto questo e credo di essere stato fermo nelle scelte fatte, anche per non arrivare a trovarmi in una tale situazione.
ROBERTO: Fin da subito abbiamo cercato di tenere gli occhi aperti verso tutte le altre realtà intorno a noi, ma non solo vicino a noi, per imparare il più possibile, cercando di andare a visitare quelle che ci sembravano più lungimiranti ed all’avanguardia. Così, abbiamo iniziato a fare viaggi all’estero e a pianificare l’attività aziendale attraverso business plan periodici e regolari.
SERGIO: Visitando le aziende all’estero, anni fa siamo rimasti positivamente colpiti dalla realtà zootecnica israeliana, da cui abbiamo importato, per esempio, il concetto di lettiera permanente, che funziona incredibilmente bene qui da noi e che è servita a migliorare moltissimo il benessere delle nostre vacche. Come criterio per la crescita della nostra azienda, abbiamo deciso subito che avremmo fatto passi piccoli e commisurati alle nostre forze. Per questo, l’azienda è cresciuta in modo graduale, un passo alla volta e sempre a nostra misura.
Non abbiamo mai acquistato animali, ma nel tempo abbiamo imparato a gestire in modo ottimale la rimonta, senza farla crescere in modo incontrollato per paura di avere poste vuote, eppure senza mai rimanere con un numero insufficiente di gravidanze. E così, pian piano, dalle 90 vacche in lattazione del 1987 ora ne mungiamo 290 e produciamo circa 9.880 forme di Parmigiano Reggiano all’anno, con 42.000 quintali di latte prodotto, al 4,20% di grasso e 3,60% di proteina, e con una media di 150.000 CCS.
ROBERTO: Essere soci del Consorzio del Parmigiano è un grande aiuto, e in più noi apparteniamo alla Comunità Montana e consegniamo il latte al gruppo Ferrari Lodi che produce Parmigiano di montagna. Ovviamente, questo non può essere una scusa per smettere di migliorare, approfittando della situazione, senza impegnarsi per rendere la propria azienda sempre più performante e sostenibile nel tempo.
SERGIO: Noi abbiamo scelto, invece, e lo facciamo ancora tutti i giorni, di non “adagiarci” e di sfruttare al massimo i finanziamenti disponibili per continuare a migliorare quello che garantisce la nostra produttività, ovvero il benessere dei nostri animali. Dato che uno dei pilastri irrinunciabili per il benessere delle vacche è lo spazio di stabulazione che hanno a disposizione, abbiamo ora in programma la costruzione di una nuova struttura dedicata solamente alle fresche, che saranno su lettiera permanente compostata e avranno a disposizione 18 mq ciascuna.
Mettiamo una cura estrema anche ai piani di accoppiamento, testiamo geneticamente tutta la rimonta, fecondiamo con seme sessato il migliore percentile di animali, destinando la quota restante di manze agli incroci. La cura dei vitelli e delle manze è, insomma, una delle nostre priorità assolute: pesiamo alla nascita tutti gli animali, li fecondiamo quando arrivano a 400 kg (in media a 11 mesi), quindi se tutto va bene li portiamo al primo parto a 21 mesi. Abbiamo imparato che è inutilmente dispendioso allevare “animali in più”, nonché controproducente per tutta la gestione aziendale.
Poniamo estrema cura nel monitoraggio delle mastiti, anche perché ormai da anni effettuiamo l’asciutta selettiva per le vacche che possono permettersela ed effettuiamo direttamente in azienda l’esame microbiologico sul latte delle vacche problema. Per produrre bene, gli animali devono stare bene, e su questo deve concentrarsi tutto il nostro impegno di allevatori.
ROBERTO: Sostenibilità aziendale e profitto aziendale devono essere sempre legate in modo inscindibile e in questa direzione ci sono ancora molti passi da fare.
SERGIO: Da tempo lavoriamo con il gruppo Carrefour, e questo ci ha consentito di avere dei partner che incentivano e sostengono molto la nostra crescita, in particolare riguardo ad aspetti specifici come la cura dell’ambiente e la sostenibilità agronomica delle produzioni.
Un esempio è la certificazione dell’impiego in azienda di soia OGM RTRS (Round Table Responsible Soy), che garantisce la provenienza della materia prima e dei suoi derivati da fonti ecologicamente corrette, socialmente responsabili ed economicamente sostenibili. Sono convinto che per fare funzionare un’azienda (e probabilmente anche la propria vita!) vada salvaguardato il benessere degli animali, delle persone e dell’ambiente in cui si vive, perché tutto è correlato.
ROBERTO: Forse qualcuno si potrebbe scandalizzare, ad esempio, del fatto che io ad una certa ora lasci l’azienda e vada a casa, e che mi piaccia molto viaggiare…
SERGIO: … E che anche io e mia moglie Anna almeno due volte all’anno facciamo un viaggio oltreoceano, oppure che io riesca a ritagliarmi ogni giorno quasi due ore per coltivare l’altra mia passione, che sono le piante grasse… Ma credo sia fondamentale raggiungere questo equilibrio tra vita e lavoro, tra famiglia e lavoro, tra passioni personali e famiglia, tra passioni personali e lavoro…
Noi siamo “un unico”, non siamo divisi in pezzi; quindi, se si è sereni si può essere sereni al lavoro, come in famiglia, come nella vita. Per chi gestisce un’azienda, la scoperta e la ricerca del proprio Benessere sono importanti e sono una sua responsabilità, pari a quella di far quadrare i conti. Anche nell’azienda che produce di più può essere brutto lavorare se il leader non è una persona serena, e ci sono aziende che falliscono anche solo per questo motivo!

La lettiera permanente pluriennale è uno dei vantaggi gestionali che i fratelli Ancellotti hanno appreso durante i viaggi in Israele. 
Un angolo riservato all’altra passione di Sergio: coltivare piante grasse provenienti dai suoi viaggi per il mondo.
Come avete raggiunto questo “equilibrio” con le persone che lavorano con voi? Siete stati solamente molto fortunati, oppure è merito di una particolare organizzazione del lavoro in azienda?
SERGIO: Sicuramente è molto importante impostare una routine di lavoro in modo che anche i collaboratori sappiano sempre cosa fare e il tempo di cui avranno bisogno per portare a termine quel lavoro. Questo fa sì che non ci siano tempi morti e lascia più tempo a disposizione per sé stessi e per la propria famiglia. L’organizzazione aziendale è, indubbiamente, uno dei pilastri del successo.
ROBERTO: Questi sono principi importanti, che le nuove generazioni devono comprendere bene se decidono di dedicare la loro vita a fare gli allevatori. Da poco sono entrati in azienda i miei due figli… Vedremo cosa succederà!
SERGIO: Io e mio fratello, con l’aiuto indispensabile delle nostre mogli, abbiamo fatto nascere questa azienda e l’abbiamo vista crescere; dunque, è mia intenzione vedere anche cosa ne sarà in futuro. Anzi, non vorrei essere solo spettatore ma anche parte attiva nel processo decisionale. I tempi non si prospettano per nulla semplici, non è detto che le condizioni di assoluto privilegio di cui questa zona ha goduto proseguiranno nel tempo… Quello che chiediamo ai giovani imprenditori- allevatori è di essere molto lungimiranti e in grado di cogliere ciò che succede nel mondo.
Ci vuole molta “visione”, molta curiosità e determinazione per uscire dalla propria zona di comfort, altrimenti non si hanno in mano gli strumenti sufficienti a far vivere e soprattutto per far prosperare un’azienda zootecnica al giorno d’oggi. Io non ho mai preteso che i miei figli portassero avanti il mio Sogno, entrambi hanno infatti preso strade diverse, senza nessun rancore da parte mia…
Questo è stato ed è il “mio Sogno”, e l’ho vissuto e lo sto vivendo pienamente.
Tratti distintivi dell’azienda Ancellotti
• Produzione di Parmigiano Reggiano “certificato di montagna”
• Benessere animale certificato
• Impronta di carbonio certificata
• Uso di soia OGM Rtrs certificata
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