10 Domande a Saverio Borgo
Le nostre Interviste
Azienda agricola Campogallo a Schiavon (Vicenza)
Essere accolti da un intero gruppo di lavoro compatto ed affiatato non è cosa di tutti i giorni e ci fa capire da subito che questa intervista fatta all’azienda di Saverio Borgo sarà un pò diversa dalle altre.
1. Saverio, dicono che la forza della sua azienda non sono solo i risultati raggiunti, ma il modo particolare con cui riesce a raggiungerli. Ce lo conferma?
Lo confermo. E questo perché ho due forti convinzioni rispetto alla realtà aziendale: la prima è che l’azienda la fanno le persone e non solo i numeri, la seconda è che un’azienda che non fa impresa non può sopravvivere.
2. Lei dice che “un’azienda che non fa impresa non può sopravvivere”… Come si traduce questo nella gestione di una azienda di vacche da latte?
“Fare impresa” significa molte cose, ma innanzi tutto implica lasciare che le decisioni da prendere siano sempre motivate dalla voglia di innovazione, dal desiderio di migliorarsi costantemente, di non accontentarsi né di accettare “a scatola chiusa” i risultati raggiunti, ma piuttosto analizzarli in modo critico e consapevole, per renderli parte di un processo di continuo miglioramento.
Per fare ciò è necessario avere professionalità, cura e trasparenza nei protocolli di lavoro ed essere sempre disposti a rimettersi in discussione, anche se questo può essere talvolta molto faticoso.
3. Che ruolo ha in tutto questo il suo gruppo di lavoro?
Ho al mio fianco un gruppo di persone competenti, umanamente e professionalmente molto valide e che, soprattutto, hanno fatto della vita nella mia azienda la loro vita. La passione con cui lavorano è la chiave del nostro successo.
Primo fra tutti ovviamente mio fratello Gianmarco Borgo, con cui condivido le responsabilità in azienda, poi i due fratelli Mario e Gesuino Piredda, che sono arrivati dalla Sardegna nel 1978, e sempre dalla Sardegna Marco Serra, arrivato nel 1987.
Nel febbraio 2018, è in seguito arrivato Pietro Dallan, che dopo aver svolto in azienda il tirocinio universitario in Scienza delle Produzioni Animali ha deciso di fermarsi, e per tutti è stata una bella boccata d’ossigeno.
Il gruppo è completato dalle altre figure professionali (veterinari, nutrizionisti, podologi) con cui si discutono e si analizzano gli obiettivi che ci siamo posti e i risultati ottenuti.
Sono molto fiero della competenza delle persone con cui lavoro e dell’attaccamento che dimostrano alla Campogallo, e credo proprio che tutti i passi in avanti fatti in questi anni (e sono stati davvero tanti!) siano anche merito loro.
Avere sempre chiaro che le aziende le fanno le persone e non solamente i numeri determina a 360 gradi il modo con cui un manager dirige la sua azienda, e cerco di non dimenticarlo mai.
4. Può farci qualche esempio?
Potrei farne molti… tutto qui è sempre in continuo divenire, ma non per seguire le mode o le tendenze del mercato, bensì perché ogni obiettivo stabilito e raggiunto viene visto, rivisto e analizzato in tutti i suoi aspetti, cercando anche di adeguarsi alle nuove tecnologie, che in effetti si rivelano strumenti sempre più utili nelle nostre aziende.
Un esempio potrebbe essere la gestione riproduttiva della mandria: praticamente, siamo stati tra i primi a mettere i podometri oltre 10 anni fa e ora stiamo valutando come ottimizzarne l’utilizzo con le ultimissime tecnologie, come per esempio gli allarmi sulla ruminazione.
Siamo stati anche una delle prime aziende ad aver inserito i protocolli di sincronizzazione e, dopo aver provato e criticamente valutato diversi protocolli e diverse combinazioni, ora da circa un anno usiamo l’accoppiata Presynch-OvSynch.
Oltre a dare ordine al lavoro in stalla (come sottolinea sempre Pietro!), questo ha fatto svettare il nostro PR da 23 a 32, con un CR a 73 sulle manifestanti e un totale di 60 gravidanze in più all’anno. Anche la durata del periodo di attesa volontario ha subito dei cambiamenti nel tempo: siamo passati da 56 giorni a 76 e infine a 85 giorni.
Pietro, analizzando i dati del Dairy Comp, ha osservato che, pur avendo allungato il periodo di attesa volontario, abbiamo mantenuto lo stesso intervallo parto-concepimento, ma con molta meno variabilità rispetto a prima.
5. È bastata l’applicazione di questi protocolli per migliorare la resa riproduttiva?
Nel mondo della vacca da latte, ciò che vince sempre non è solamente la cura dei particolari quanto piuttosto una visione olistica della vacca in quel dato momento fisiologico.
Ecco perché un ulteriore miglioramento dell’intervallo parto-concepimento (di oltre il 20%), è stato determinato anche dalla scelta strutturale di dedicare un lato della stalla esclusivamente alle primipare, che così si spostano solo di pochi metri all’interno della stessa zona, dal parto alla lattazione, e questo riduce lo stress legato al cambio di ambiente e al rimescolamento delle gerarchie sociali.
Era tanto tempo che mi suggerivano di farlo, e adesso che mi sono deciso mi chiedo perché io abbia aspettato così tanto! Abbiamo imparato nel tempo a gestire meglio e in modo più attento le primipare, cui adesso garantiamo un’asciutta di 60 giorni.
6. Può farci qualche altro esempio di ottimizzazione?
Dal punto di vista alimentare siamo sempre in fase di razionalizzazione e ottimizzazione, tenendo fede alla nostra concezione di base che è quella per cui una vacca deve mangiare tanti concentrati.
Quindi, il fulcro della nostra razione è un mix di concentrati fibrosi, per garantire all’animale un’alta quota energetica in un ristretto lasso di tempo. In lattazione fino a 65 giorni dal parto la razione prevede 16 kg di concentrati in associazione a foraggi, tra cui due diverse qualità di medica (una ventilata e con un valore di proteina del 19% e l’altra più strutturata, quindi con una funzione più meccanica a livello ruminale).
Dopo una settimana di cambio alimentare della nuova dieta asciughiamo le vacche e per 58 giorni somministriamo loro una classica razione per l’asciutta (utilizzando un frumento pre appassito e un fieno secco di graminacee proveniente dalle zone collinari con lo 0,3% di tenore in potassio), con il bilanciamento della DCAD negli ultimi 20 giorni.
Siamo arrivati a questo tipo di razione dopo aver passato un periodo di grande sofferenza per gli effetti di chetosi e ipocalcemie sublicniche, ma oggi abbiamo messo a punto un ferreo protocollo di valutazione e gestione del post-parto, differenziato a seconda del numero di parti, con la somministrazione di probiotici e principi antiossidanti e antinfiammatori nel giorno del parto, associati a calcio orale somministrato in forma liquida (con ottimi riscontri sulla salute delle vacche).
In realtà, abbiamo in previsione ancora altri piccoli cambiamenti nella dieta di close-up, in particolare sotto il profilo minerale, per ottenere risultati ancor più soddisfacenti.
Come dicevo, quando si fanno dei cambiamenti ci si potrebbe accontentare di aver risolto i problemi più evidenti, oppure si potrebbe cercare di valutare in modo preciso e a fondo i risultati ottenuti per arrivare all’ottimizzazione di quella fase produttiva.
7. Ottimizzare e razionalizzare sembrano essere le vostre parole d’ordine… come si declinano nella gestione della rimonta?
Nell’ultimo periodo, abbiamo lavorato e investito moltissimo sulla gestione della rimonta e i lavori sono ancora in corso, perché essere più che attenti nei primi momenti della vita dell’animale è il primo passo per crescere animali sani e produttivi.
Abbiamo una banca del colostro e a 2 giorni di vita misuriamo le proteine nel sangue del vitello per valutare l’efficacia del trasferimento passivo dell’immunità.
Inoltre, abbiamo un pastorizzatore con il quale arriviamo a dare ai vitelli 8 litri di latte (con aggiunta di latte in polvere quando necessario) prima dello svezzamento, e a breve acquisteremo un milk taxy da posizionare in una nuova vitellaia con igloo singoli e 13 box multipli di ultima generazione per il post-svezzamento.
Anche in questo ambito, la precisione e la cura nella gestione di ogni singolo passaggio, la scientificità dei protocolli messi in atto e l’analisi dei dati ci sta garantendo veramente ottimi risultati (circa 900 g/die d’incremento ponderale dalla nascita allo svezzamento).
8. Quali sono gli investimenti recenti fatti in azienda?
Oltre alla nuova ala della vitellaia, ancora in costruzione, quest’inverno abbiamo investito in un moderno impianto di ventilazione, con annesso sistema di controllo delle mosche e del fotoperiodo.
Passata la prima estate, siamo decisamente contenti dell’investimento fatto e penso che darà sempre più frutti nel tempo.
9. Nel futuro, quali sono gli obiettivi dell’azienda Campogallo?
Il mio obiettivo è quello di razionalizzare e portare la struttura che ho a produrre più latte possibile per cuccetta: il mio obiettivo per il 2022 è arrivare a 50.000 quintali.
10. E chi vedi nel futuro della tua azienda?
Non sono certo di voler ancora pensare a qualcun altro… sono ancora un nonno giovane!
Per ora, mi diverto ancora e faccio questo lavoro con piacere, proprio come quando ho scelto di entrare in azienda, dopo aver fatto esperienze in altri ambiti.
Nel frattempo, uno dei miei tre figli, laureando in lettere ed anche recente autore di un libro appena pubblicato, viene in azienda a lavorare nei fine settimana, e la mia nipotina di 4 anni quando viene a trovarci in azienda è la mia ombra…
Quindi, chissà cosa e chi ci sarà nel futuro della Campogallo!
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